cesanese del piglio vignali

Il distretto del Cesanese è una piccola zona molto importante nel panorama enologico del Lazio, che può contare tre denominazioni di origine: la DOCG Piglio, in provincia di Frosinone, e le DOC Olevano Romano e Affile, in provincia di Roma. In quest’area caratterizzata da piccole vigne, sopratutto negli ultimi tempi, si è cominciato a produrre vini di grande spessore, come il Cesanese del Piglio La Visciola Priore Vignali.

Distretto del Cesanese: tra giardinaggio e viticoltura.

Le tre denominazioni, i cui appezzamenti confinanti sono posizionati fra i 400 ed i 600 metri di altezza, affondano le proprie radici nella storia locale, di campagna, in una viticoltura fatta di piccole vigne appartenenti alle singole famiglie, che producevano il vino per se stesse.

A tutt’oggi la produzione rivendicata è inferiore ai 200 ettari, e non aveva affatto torto Paolo Trimani quando, durante la degustazione a Taste of Milano dedicata al Cesanese, paragonava questo tipo di viticoltura più ad un’operazione di giardinaggio che ad una produzione di vino.

Operazione di giardinaggio risultata in grado come poche altre di interpretare con estrema maestria e precisione tutte le caratteristiche principali di terreni, vitigni e clima che poi andranno a rispecchiarsi fedelmente nei vini prodotti.

Cesanese del Piglio Priore Vignali 2015: scopritelo pian piano.

L’azienda vitivinicola La Visciola di Piero Macciocca può contare su 2 ettari circa di terreno distribuito in 6 appezzamenti: ogni anno imbottiglia 1 bianco e 5 selezioni di Cesanese, per un totale di 10.000 bottiglie e ben 6 etichette, di non facile reperibilità.

Il Cesanese del Piglio Priore Vignali viene prodotto sul versante di una collina nella zona di Vignali, in provincia di Frosinone, in una microscopica vigna a conduzione biodinamica, che nulla ha da invidiare alle grandi vigne di pregio quanto a qualità, conduzione del lavoro ed interpretazione dei vitigni.

Il Priore Vignali 2015, stappato da Paolo in occasione della degustazione a Taste, è uno di quei vini che vanno lasciati respirare, che mangiano ossigeno, e subiscono una tumultuosa evoluzione una volta nel calice.

Al primo assaggio (che non sarà mai quello definitivo, né quello migliore) presenta una nota appuntita dovuta al terreno roccioso dove le viti sono coltivate, molto tipica del buon Cesanese, caratterizzata da un accenno di speziatura.

Proseguendo nella sua degustazione vi renderete conto che mai come in questa annata il Cesanese permette di inquadrare al meglio tutto quello che il vino può dare, in termini di interpretazione del terroir.