Paolo Trimani ha presentato il Montepulciano di Cristina Tiberio a Taste of Roma, nell’ambito di una degustazione intitolata “La Signora in Rosso”, durante la quale sono stati assaggiati grandi vini rossi prodotti da donne che hanno voluto puntare sulla valorizzazione delle varietà delle loro zone di origine, riuscendo a caratterizzarle con quel qualcosa in più, con una raffinatezza tutta femminile, in grado di distinguerli dagli altri.
Una regione estremamente interessante dal punto di vista enologico.
L’Abruzzo troppo spesso è stato considerato una zona d’Italia facile e poco interessante dal punto di vista enologico, senza considerare il fatto che in questa regione è presente una grande varietà di uve, le cui caratteristiche sono legate alle tante e diverse situazioni geografiche e climatiche presenti nella regione.
Gli opposti climatici in questa terra coesistono: troviamo il mare e la montagna (qui sorge il ghiacciaio più meridionale d’Italia), le escursioni termiche possono essere estreme, così come essere mitigate nelle zone lungo le coste.
Già dagli anni ’30 si parla di un’importante produzione di vini abruzzesi: il primato spettava all’Aquila, ma la zona più importante a livello quantitativo era quella di Chieti, vicino al mare, sul versante meridionale della Maiella.
La zona del Pescarese che arriva fino a Loreto Aprutino, quasi al confine con Teramo, sotto Forca di Penne, è una delle strisce di terra (lunga 40 Km circa) da sempre più vocate alla produzione di vino, soprattutto Trebbiano e Montepulciano. Nell’entroterra della provincia di Pescara, a Cugnoli, sorge l’azienda di Cristina Tiberio.
Un Montepulciano interpretato con grazia e raffinatezza.
Il Montepulciano è un’uva ricca e generosa che, anche con le condizioni meteo più disparate, è capace di regalare in tutte le annate ottimi vini, con un bel grado alcolico, un colore intenso e brillante, ma dai quali è difficile tirar fuori le sfumature, quelle varie sfaccettature che fanno la differenza fra un vino buono ed un grande vino.
Moltissimi sono i fattori che contribuiscono a fare grande un vino, dalla qualità dall’uva all’andamento meteo, dalla posizione e composizione dei suoli al lavoro in vigna ed in cantina. A tutto questo, sostiene Paolo Trimani, va aggiunto “quel certo non so che”, sicuramente presente nel Montepulciano Tiberio 2016.
Non è facile descrivere la grazia di questo vino in cui la corrispondenza fra le note floreali al naso ed il gusto all’assaggio è assoluta (annusandolo, tutte le sensazioni gustative vengono perfettamente aniticipate), interpretato con una rara eleganza, che lo rende in grado di regalare sensazioni estremamente raffinate, in perfetto equilibrio tra frutto e parte alcolica.
Se pensiamo inoltre al fatto che l’azienda Tiberio fino al 2012 si è dedicata solo alla produzione di vini bianchi, e che la fermentazione di questo Montepulciano è completamente spontanea, i suoi pregi si fanno ancora più evidenti.