Assaggiando questo grande vino presentato da Paolo Trimani a Taste of Roma, nell’ambito della degustazione intitolata “La Signora in Rosso”, si rimane sorpresi scoprendo che nella prima edizione dell’Enciclopedia Treccani (risalente ai primi anni ’30), nella pagina dedicata a Montalcino, parlando di prodotti agricoli, venivano nominati solo miele e cereali, senza il minimo riferimento al vino.
Un piccolo borgo, una grande produzione.
Di tempo ne è passato dagli anni ’30, e da produzione di minoranza quella di Montalcino è divenuta una delle più importanti d’Italia e del mondo: la superficie vitata si trova tutta all’interno del comune, occupa circa 2000 ettari e produce qualcosa come 10 milioni di bottiglie all’anno.
Montalcino (che deriva il suo nome dal Monte Elicino, una gobba coperta di lecci sulla pianura della Val d’Orcia), situato in provincia di Siena al confine con quella di Grosseto, fu una delle ultime enclave di dominazione francese a passare sotto il domino del Granducato di Toscana.
Il 2015 è stata un’annata molto bella per le sue uve, caratterizzata da maturazioni regolari in grado di ragalare al vino toni intensi e caldi, anche grazie al terreno ricco e generoso. Il Rosso di Montalcino Le Potazzine non fa eccezione, con qualche pregio in più.
Una realtà tutta al femminile.
Gigliola Giannetti, proprietaria dell’azienda il cui nome è dedicato alle sue due figlie (potazzine è il termine che da queste parti viene utilizzato per indicare le cinciallegre), ha iniziato la sua produzione di vini nel ’97, riuscendo a regalarci dei prodotti che, a differenza di quelli classici di Montalcino, strutturati e profondi ma un po’ scorbutici, esprimono sempre una certa grazia, frutto dell’attento lavoro in vigna prima ed in cantina poi.
Le vigne de Le Potazzine, nonostante siano situate ad un’altitudine (507 m) fino a non molto tempo fa considerata poco adatta ai vigneti pregiati, grazie alla loro precisa conduzione ed alla sensibilità di chi vi lavora, producono uve di grande finezza, che riesce a combinarsi perfettamente con l’importanza dei vini.
Questo Rosso di Montalcino del 2015, sottoposto ad un passaggio in legno che lo rende molto intenso, risulta ricco, immediato, fruibile fin dal primo assaggio, e presenta un grande equilibrio fra le sensazioni al naso e quelle all’assagio, riservandoci un finale molto bello e preciso.
Che il grande equilibrio fra le sue componenti sia il frutto di una cura tutta femminile per i particolari, in grado di tirare fuori al meglio ogni singola sfaccettatura di un vitigno non facile, è assolutamente un dato di fatto.