Un gran Sangiovese (presentato da Paolo Trimani a Taste of Roma, nel corso della degustazione intitolata “Amici Miei”) in grado di far capire appieno a chi lo assaggia quanto può essere buono ed interessante il Sangiovese di Romagna.
Un percorso tracciato dai Vallombrosani.
Secondo un’affascinante teoria le uve Sangiovese sembrano essersi diffuse seguendo il circuito delle abbazie vallombrosane, i cui circa 90 insediamenti si estendono a partire dalle zone del Chianti Classico fra Siena e Firenze, inerpicandosi sull’Appennino fino a quella zona della Romagna che fu prima dei Medici e poi del Granducato di Toscana.
Modigliana è un paesino situato a mezza costa sull’Appenino Romagnolo, nella provincia di Forlì-Cesena, a circa 350 m sul livello del mare. La piana di Modigliana, zona di passaggio in cui la composizione del terreno da ovest ad est cambia dalle argille rosse alle arenarie e l’altitudine cresce, si divide in tre vallate:
- Acerreta
- Tramazzo
- Ibola
A Tramazzo, dove i terreni si inerpicano fino a 650 m, si trovano le vigne di Giorgio Melandri, giornalista di Faenza appassionato di vino ed innamorato della sua terra, che riesce ad esprimere tutte le sue caratteristiche salienti in un Sangiovese affascinante e per nulla scontato.
Sangiovese Mutiliana 2016: contro la noia.
Nella zona di Tramazzo, dove crescono i vigneti dell’azienda Mutiliana, sono presenti sottozone estremamente interessanti, che danno vini dotati di grande tensione, con un frutto molto preciso.
Il Sangiovese per dare grandi vini ha bisogno di terreni dalle caratteristiche scomode e piuttosto difficili come questa, altrimenti rischia di dar vita a prodotti sicuramente piacevoli, ma di contro poco variegati ed un po’ noiosi.
Il Sangiovese di Romagna di Mutiliana, fermentato in vasche di cemento e poi imbottigliato senza passaggio in legno, è caratterizzato da una nota molto verde al naso, quasi di prato di alta collina, e regala una sensazione intensa e precisa all’assaggio, che persiste al palato anche successivamente.
Nonostante la 2016 sia stata un’annata un po’ lenta, dura a maturare, qui è presente un’eleganza del frutto ed una promessa di grande evoluzione nel tempo, caratteristiche che rendono questo vino estremanente interessante, sicuramente da provare, senza correre il rischio di scivolare nella noia, nemica giurata di ogni degustazione.