prosecco cartizze

Nel maremagnum della produzione italiana di Prosecco, che ormai conta più di 500 milioni di bottiglie l’anno, è possibile fare la differenza tramite una lavorazione fine, attenta, controcorrente? Nel caso del Cartizze Valdobbiadene Superiore di Cristiano Follador sicuramente sì, come affermato da Paolo Trimani a Taste of Roma, nel corso di una degustazione intitolata “I Soliti Sospetti”.

Fare pace col Prosecco.

Il Prosecco nasce come categoria Extra dry che, a diferenza di quanto si possa pensare, non vuol dire molto secco, anzi (l’Extra dry ha un dosaggio di zuccheri che si attesta intorno ai 16-20 gr di zucchero residuo per litro, quindi superiore al Brut). Il Cartizze solitamente è Dry, ancora più dolce, e viene prodotto con metodo Martinotti Charmat, che prevede la rifermentazione in autoclave con aggiunta di zuccheri e lieviti.

Silvano Follador ha deciso di andare controcorrente: il Prosecco della sua piccola vigna sulla collina di Cartizze viene prodotto nature, senza aggiuta di zuccheri, con metodo classico, tramite un processo di rifermentazione in bottiglia, così come avviene per lo Champagne ed il Franciacorta, tanto per fare qualche esempio.

Grazie a questo lento procedimento che punta sulla qualità del vino base che beneficia del passare del tempo, senza prendere scorciatoie che non fanno altro che omologare i prodotti, Follador è riuscito ad ottenere un vino in grado di fare la differenza.

 

Valdobbiadene docg Silvano Follador Cartizze Nature 2016.

Questo grande Prosecco di Silvano Follador è la riprova che anche vini che tutti conosciamo e spesso tendiamo a dare un po’ per scontati possono essere interpretati in maniera estremamente originale, valorizzandone al meglio la materia di base, senza fretta, tramite una lavorazione naturale, evitando le facilitazioni.

La fragranza, la freschezza e la piacevolezza di questo vino vengono massimizzate dalla lavorazione precisa e dall’interpretazione originale, che ne sottolineano il tratto leggero, che va scoperto pian piano.

Il Cartizze non avrà certo la possanza dello Champagne ma, come ribadito da Paolo durante la degustazione, ha una maggiore finezza, frutto di un giocare sulle punte, di un tratto preciso fatto col pennino, che ci insegna a non dare mai nulla per scontato…